Questa settimana Sixty and More consiglia, sia per chi vive a Roma o è di passaggio, di andare a visitare due Chiese straordinarie, vicine tra loro nella zona del Celio.
LA BASILICA DI SAN CLEMENTE
Come tornare indietro nel tempo di 2000 anni? A Roma non è difficile, ma un posto in particolare merita di essere visto: la basilica di San Clemente , situata a 300 mt al di là del Colosseo, sulla strada tra il Colle Oppio e il Celio. Prende il nome di San Clemente Papa, terzo successore di San Pietro.
E’ un viaggio emozionante, che ci conduce attraverso la storia fino a 20 metri sotto l’attuale livello stradale.
Tre sono i livelli da visitare.
Il primo corrisponde alla Basilica attuale, di epoca medioevale, di cui si può ammirare sopra l’altare un meraviglioso mosaico del 1100.
Al secondo livello corrisponde la Basilica antica o inferiore databile al IV secolo, in un edificio già dimora di un patrizio romano, con una serie di affreschi dell’epoca, che furono interrati per costruire la basilica superiore. Tra questi merita di essere menzionato quello che si può considerare un fumetto storico, che narra la vicenda di Sisinnio prefetto di Roma, il quale ordina ai propri servi di arrestare il papa Clemente perché aveva convertito la moglie Teodora, di cui era gelosissimo. Ma per un evento eccezionale, i servitori diventano ciechi e anzichè trascinare Clemente in prigione trascinano una colonna, esortati da Sisinnio con la colorita espressione “Fili de la pute, traite” (Avanti figli di male femmine, tirate!). Questa iscrizione è famosa, perché rappresenta uno dei primi esempi scritti della lingua di transizione dal latino al “volgare” italiano. Ma anche per essere la prima parolaccia scritta su un muro.
Al terzo livello troviamo due diversi edifici risalenti al I e II secolo d. C., separati l’uno dall’altro da un vicolo largo meno di 1 metro.
Il primo è una struttura imponente, a forma rettangolare, costruito con enormi blocchi di tufo, che si suppone possano essere stati parte di un edificio pubblico. In particolare, per lo spessore dei muri e la mancanza di facile accessi si pensa sia stato la Moneta, cioè la Zecca imperiale dove si coniavano le monete romane.
Dall’altra parte del vicolo, il secondo edificio è una costruzione in mattoni, probabilmente la domus di un antico romano, suddivisa in piccoli vani disposti intorno ad un cortile nel quale troviamo un mitreo, il luogo dove si incontravano i seguaci del dio Mitra, datato alla fine del II secolo d.C. E’ costituito da un piccolo vestibolo col soffitto decorato da stelle, una grande sala con triclinio con al centro l’ara sacrificale, ancora presente, raffigurante il dio persiano Mitra mentre uccide un toro cosmico, che morendo dà vita all’universo. Nella Roma imperiale il mitraismo rivaleggiava per numero di seguaci con il cristianesimo.
Ma le sorprese non finiscono qui: nel silenzio più totale si sente scorrere dell’acqua, che arriva direttamente alla Cloaca Massima funzionante da oltre 2000 anni!
Ad un quarto livello sotto i precedenti, appartengono tracce di costruzioni romane distrutte durante l’incendio del 64 d.C., all’epoca dell’imperatore Nerone.
Per visitare gli scavi archeologici della Chiesa, consigliamo di rivolgervi a varie organizzazioni culturali per prenotare visite guidate, che potrete trovare su Internet.
(Roma, Via Labicana 95-Orari dal Lunedì al Sabato 9:00-12:30/ 15:00-18:00 Domenica 12:15-18:00)
LA BASILICA DI SANTO STEFANO ROTONDO
Rimanendo in zona, l’altra Chiesa da visitare per la sua particolarità è Santo Stefano Rotondo al Celio.
E’ una delle più antiche chiese cristiane risalenti al V secolo d.C dedicata al primo martire Santo Stefano.
Situata all’interno di un giardino, circondato da mura romane, la facciata è completamente disadorna, ma una volta entrati all’interno colpisce per la sua forma a pianta circolare: si tratta di tre cerchi concentrici, sorretti da colonne in granito grigio. Per i i pavimenti furono usati i migliori marmi conosciuti in età imperiale. L’illuminazione proviene da una serie di finestre poste sul muro perimetrale.
Sulle pareti si possono ammirare gli affreschi del Pomarancio con didascalie in latino e italiano, che rappresentano in modo molto crudo ed esplicito i vari modi di martirizzazione dei cristiani con macchine da tortura, amputazioni, acqua bollente, divorati da belve feroci, affogati, accecati!
Anche nei sotterranei di questa Chiesa c’è un mitreo, che è stato rinvenuto negli anni settanta.
(Roma, Via di Santo Stefano Rotondo, 7- Orari da Martedì al Sabato 9:30-12.30/15:30-18:00 Domenica 9:30-12:30)