Il conte Aleksandr Il’ic’ Rostov è un gentiluomo costretto a trascorrere gli arresti domiciliari all’hotel Metropol di Mosca.
Il tribunale bolscevico l’ha condannato per essersi arreso alla corruzione della propria classe sociale, ma l’ha salvato dalla pena capitale per aver scritto un libro che pare inneggi alla rivoluzione.
Dopo il primo periodo trascorso in base a riti sempre uguali a se stessi, il Metropol sembra diventare il centro del mondo. Il conte intreccerà relazioni, conoscerà affetti, sentimenti, amori, amicizie e incontrerà i rappresentanti della nuova nomenclatura.
E da ragazzo conosciuto, perché sapeva colpire un oggetto a qualsiasi distanza, perché intratteneva brillanti conversazioni o guidava una troika in modo spericolato sulla neve, diventerà un uomo più consapevole pieno di umanità e generosità. Anche se rimarrà sempre un gentiluomo un pò fuori moda, raffinatissimo e dalla grazia leggermente goffa.
L’americano Amor Towles ci conduce con mano sicura e con uno stile impeccabile e scorrevole attraverso gli anni che seguirono la rivoluzione russa, con le sue meschinità, i suoi ideali e le sue intransigenze. Il tutto vissuto attraverso il conte Rostov, che al Metropol viene a contatto con capi di Stato, burocrati, spie, giornalisti e attrici.
Un romanzo che commuove e diverte, venato sempre da una straordinaria ironia. Fino a quando si tingerà anche di giallo, nel momento in cui il protagonista metterà a punto un piano, organizzato nei minimi dettagli. Sembra che il conte Rostov, chiuso fra le mura del Metropol, venga a conoscenza dei grandi avvenimenti che stanno cambiando il mondo e sperimenti ogni sfaccettatura dei sentimenti umani.
Un personaggio quasi impossibile da dimenticare.