Sixty and More

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Noi e le generazioni precedenti

generazioni precedenti

I nostri nonni, se li abbiamo conosciuti , ce li ricordiamo come persone vecchissime, dolci e attenti alle  esigenze e ai capricci di noi bambini. Ma anche i nostri genitori, arrivati alla nostra età, ci sembravano molto maturi.
Inutile addossare tutta la colpa al loro modo di vestire, ai completi degli uomini, ai tailleur, al mezzo tacco, al filo di perle imprescindibile delle donne. Da bambina, mi raffiguravo all’emblematica soglia del 2000 esattamente così, col mezzo tacco, per ritrovarmi invece a svettare su tacchi astronomici.
Erano diverse le loro abitudini, i loro comportamenti, il loro modo di atteggiarsi. E basta guardare le fotografie dell’epoca o qualche filmino d’antàn, per scoprire che erano diversi anche nell’aspetto. Loro avevano attraversato la guerra, noi siamo i figli della ricostruzione e del boom economico, svezzati e cresciuti con un’alimentazione di tutt’altro tipo.
Gli uomini, arrivati all’età della pensione, passavano molto tempo seduti sulle panchine a leggere il giornale, si riunivano nei bar o nei circoli a giocare a carte o a scannarsi sul calcio e sulla politica.
Passeggiavano, andavano in bicicletta o praticavano qualche sport leggero. Naturalmente con molte eccezioni: mio padre, che abbandonò la libera professione molto tardi, continuò fino a 83 anni durante l’estate a nuotare ogni giorno per chilometri e a scapicollarsi lungo le piste nere. Dopo un’operazione sperimentale al cuore, appena uscito dalla sala di rianimazione, chiese all’infermiera a che quota poteva andare a sciare. Lei, con gli occhi inquieti, si rivolse a me e mia sorella:” Ma è lucido?” “Purtroppo sì” abbiamo risposto all’unisono.
Perchè si tratta appunto di eccezioni clamorose, di esempi fuori dal comune. Gli altri si sono accontentati di accompagnare le mogli, momento topico, a fare la spesa in un supermercato.
Le donne invece passavano la giornata ad occuparsi della casa, dei figli non ancora del tutto indipendenti, dei nuovi nipoti. E facevano lunghe sedute pomeridiane con le amiche, a base di thè, carte e chiacchiere o a occuparsi dei loro meravigliosi fiori.
Siamo quindi noi la generazione pilota, quella che arrivata alla pensione, ha ancora un mondo da scoprire davanti a sè, che deve indicare la strada, che può dare indicazioni. Siamo fisicamente molto più giovani, ma lo siamo anche nello spirito. La vita si è incredibilmente allungata e quindi siamo le prime ad avere davanti a noi anni, in cui si può ancora scoprire, in cui si possono fare esperienze nuove, si possono avere tanti momenti piacevoli.
Senza tralasciare il ruolo di nonne, ma a tempo determinato, si viaggia, si prende la macchina, un treno, un aereo per andare ad ammirare un’opera artistica, che non eravamo mai riuscite a vedere. Si studia, si ha ancora voglia d’imparare, si balla, si fa sport e ci s’innamora. Saremo  noi a fare da apripista, a inventarci una vita nuova. Ogni momento, ogni minuto appare prezioso e deve essere vissuto con pienezza, con una mentalità del tutto diversa. Per questo, quando corriamo in un parco, guardiamo le panchine con diffidenza, come se fossero impregnate di gas nervino.

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Siamo Silvia (giornalista) e Stefania (divisa tra moda e pubbliche relazioni), ognuna con una vita ricca di esperienze,  densa di avvenimenti particolari, di amore, di amicizia, di divertimento ma anche con qualche cicatrice.
Abbiamo deciso di aprire questo  blog per tutte quelle che come noi, conclusa la fase lavorativa, si ritrovano libere con molta voglia di fare, perché la vita che abbiamo di fronte ci può ancora regalare bei momenti. Ci sentiamo forti, piene di iniziative, voglia di conoscere nuove persone e luoghi, e di aprirci a orizzonti diversi.
La nostra speranza è che questo blog ci consenta di avere uno scambio per fornirci spunti, idee, consigli e suggerimenti diversi.
A questo punto non resta che iniziare!