Sixty and More

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Natale con i tuoi o anche senza

Per me il Natale rappresenta qualcosa di più. Vivendo da moltissimi anni lontana dalla mia famiglia, significa tornare a casa, ritrovare per qualche giorno quel senso della quotidianità condivisa che non mi appartiene più. E così, al di là della festa, provo la gioia di  ascoltare piccole notizie, particolari, pettegolezzi che mi erano sfuggiti. Naturalmente rimangono la confusione e l’emozione del Natale: decorazioni in ogni angolo della casa, qualche urletto ogni volta che suona il campanello, il rumore della carta strappata quando si aprono i regali. Qualche anno fa le mie nipoti più grandi definirono il mio ruolo, regalandomi il libro “Zia Mame” e un cartoncino sul quale si librava la silhouette di una fatina in tessuto con tanto di ali, che conservo ancora appeso in camera mia. E che recita:”Angelo delle zie, seconda mamma del cuore, delle condivisioni giocose, degli affetti solidi, dei viaggi nella comprensione gentile e dei gesti generosi”. Allora, quando lo lessi, un’enorme, unica lacrima, mi cadde esattamente sul libro e corsi via, per rifarmi il trucco. Dopo l’apertura dei regali, si passa al pranzo, sempre diverso e incredibile, che mia sorella prepara con maggiore abilità di un cuoco pluristellato. Una volta, dopo molto cibo e innumerevoli brindisi, ci si dedicava con un accanimento poco natalizio ai giochi di società. Adesso l’attenzione è calamitata dall’ultimo nato, che ci ripaga col suo grande sorriso sdentato.

Ci contendiamo tutti la fatica di spingerlo, per  ogni angolo del soggiorno, sul suo elefante a rotelle, mentre lui sbuffa come un pazzo nell’intento di guidarlo davvero e di spronarci. Ma è soltanto quando tutti gli uomini si assopiscono davanti a qualche partita, che comincia quel chiacchierio, quell’intesa, quell’allegria dello stare insieme tutta femminile. E per me anche il recupero delle sensazioni, una volta quasi quotidiane, di anni che appartengono al passato. “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” vorrebbero l’adagio e la tradizione. Ma naturalmente si può sempre far saltare il banco. Perchè non è possibile, perché non si vuole, perché il ricordo va a qualche tombola di troppo. E allora fatevi accompagnare da un amico, da un’amica, da chi è disponibile per una mini vacanza. Niente sarà più lontano dal classico spirito natalizio che mangiare a Venezia dei cicchetti a base di gamberi, di baccalà mantecato, di granchio, appoggiati con un bicchiere in mano al parapetto di un canale. Proprio davanti all’unico cantiere, dove  le gondole vengono ancora costruite a mano. Oppure ci si può sperdere in uno dei tanti borghi della Toscana e dell’Umbria, con un pranzo a base di salumi e di formaggi locali. O ancora immergersi nello splendore del barocco siciliano, dove imperano arancine e pane e panelle. Chissà, potreste trovare anche il sole e concedervi una passeggiata al mare fuori stagione. Così poco natalizia.

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Siamo Silvia (giornalista) e Stefania (divisa tra moda e pubbliche relazioni), ognuna con una vita ricca di esperienze,  densa di avvenimenti particolari, di amore, di amicizia, di divertimento ma anche con qualche cicatrice.
Abbiamo deciso di aprire questo  blog per tutte quelle che come noi, conclusa la fase lavorativa, si ritrovano libere con molta voglia di fare, perché la vita che abbiamo di fronte ci può ancora regalare bei momenti. Ci sentiamo forti, piene di iniziative, voglia di conoscere nuove persone e luoghi, e di aprirci a orizzonti diversi.
La nostra speranza è che questo blog ci consenta di avere uno scambio per fornirci spunti, idee, consigli e suggerimenti diversi.
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