I miei amici mi hanno guardata con aria schifata: eravamo a New York e volevo andare a vedere il musical “Mamma Mia” . Dietro le loro espressioni, si leggeva uno snobismo eccessivo verso una provinciale, che si comportava come tutti gli altri turisti. Senza fare una piega, con l’aiuto di un concierge dell’albergo, ho prenotato un biglietto.
Era troppo tempo che volevo vederlo. Avevo già assistito al film, ballando per tutto il tempo sulla sedia e non solo. Avevo perfino visitato le isole, dove era stato girato: le spiagge di Skiathos e la chiesetta di Skopelos, costruita a picco sul mare, raggiungibile dopo essersi inerpicati su una scaletta scavata nella roccia lunghissima e ripida.
Ho percorso la Broadway Avenue con lo spirito di una bambina, muovendomi e salutandomi davanti al grande schermo, che come uno specchio, riprendeva le persone che vi si fermavano davanti. E, in perfetta solitudine, ho divorato un enorme cheese-burger con una valanga di patatine fritte.
Ero arrivata: finalmente potevo vedere “Mamma Mia!”. Mi sono lasciata travolgere dalla storia di Sophie che, arrivata alla vigilia del suo matrimonio, vuole conoscere l’identità del padre che non le è mai stata rivelata. Leggendo il diario della madre Donna, che ha avuto un passato tumultuoso, scopre i nomi dei tre uomini con cui ha avuto una relazione e li invita tutti e tre al matrimonio.
Le musiche degli ABBA, su cui è basato il musical, sono trascinanti. Da “Dancing Queen”, dove appunto Donna è la regina della festa a “Super Trouper”, dove la protagonista insieme alle sue due vecchie amiche ricompone il trio canoro di un tempo, con tanto di pantaloni a zampa di elefante e volant argentati. La scena è movimentatissima, con il ballo con le pinne, il momento di seduzione di un’amica molto navigata di Donna nei confronti dei giovani dell’isola. Balli e canti corali che non concedono tregua.
Per arrivare alla fine, quando Sophie insieme al suo Sky deciderà di non sposarsi più, ma di viaggiare in giro per il mondo.
Al suo posto si sposerà la madre con Sam, l’unico dei tre uomini che ha veramente amato e che, come canta nel brano “Mamma Mia”, le fa perdere il controllo come fosse un fuoco nella sua anima.
Il Sam che ho visto io a New York era più potente e muscolare del Pierce Brosnan del film. Donna, in salopette come Meryl Streep, ironica, forte e fragile quando è travolta dai sentimenti. Mi sono anche commossa, a dir la verità nel momento sbagliato. Ma era così forte l’empatia, l’entusiasmo, l’allegria che dovevo trovare una valvola di sfogo.
Il musical messo in scena a Broadway, dopo quattordici anni di onorata carriera, ha chiuso i battenti. Niente paura: “Mamma Mia!” viene rappresentato in moltissimi Paesi. Anche in Italia e, a quanto pare, questa versione è bellissima.