“Le solite sospette” racconta la storia di quattro donne, tutte intorno ai sessant’anni e anche di più.
Susan, che ha sempre avuto una vita molto tranquilla, deve fare i conti con la morte del marito, avvenuta nel modo più inimmaginabile possibile. E con una montagna di debiti.
La sua grande amica Julie, che dopo una serie di avventure e disavventure, si ritrova a fare le pulizie in un ospizio, per arrivare a fine mese, Ethel, un’ottuagenaria ex ballerina e cantante, che conosce soltanto il turpiloquio, per ricordare il suo fastoso passato. E Jill, tremebonda e morigerata, con un nipotino gravemente malato che solo un’operazione costosissima potrebbe salvare.
Sarà Susan ad aver l’idea: svaligiare una banca. Perché i sessant’anni di oggi sono i quaranta di ieri, perché la vera galera è quella che stanno vivendo.
Con un passamontagna in testa, con delle armi senza proiettili, con Ethel seduta su una carrozzina con il fucile che si intravede sotto il plaid, riescono a mettere a segno il colpo. All’uscita non troveranno il loro palo, perso alla ricerca di un gelato, la loro fuga avverrà a 30 chilometri all’ora, l’uomo che le aiuterà per amore di Susan confesserà subito dopo fra le lacrime. Perennemente inseguite dal detective Boscombe, sempre a un metro, a un minuto dall’acciuffarle.
Ma l’autore John Niven, ironico e dissacratore, le salverà, permettendo ad ognuna di loro di realizzare il suo sogno.