Arrivo a Singapore e vengo travolta dalla sua bellezza, dal connubio perfetto e incredibile fra la sua vegetazione lussureggiante e le architetture all’avanguardia create dell’uomo. Singapore è uno stato insulare, formato appunto da numerose isole, a sud della Malesia. Famosa per il suo ruolo finanziario, per i commerci internazionali, per il suo porto.
Ci si potrà perdere fra le sue riserve forestali, i suoi oltre 4300 grattacieli, i centri commerciali, i musei, come l‘Art Science Museum dove arte, scienza e tecnologia si uniscono, passeggiare a ridosso dell’acqua per trovare il ristorante giusto fra i tanti costruiti senza soluzione di continuità.
Ma la vera magia consiste nel raggiungere, attraverso ponti che sembrano attorcigliati in modo sinuoso, il giardino di più di cento ettari della sua baia, con oltre un milione di piante provenienti da tutto il mondo.
Parte integrante della città e del paesaggio, i tre grattacieli di un maestoso albergo, collegati fra loro da un giardino sospeso. Da queste terrazze si vedono due enormi serre, ognuna con un clima diverso, che si possono visitare seguendo una rampa interna, che le costeggia fino alla sommità.
E i magnifici grandi alberi, fatti d’acciaio, rivestiti di pannelli solari e giardini verticali, che si illuminano appena cala il sole.
Simbolo di Singapore, ormai completamente proiettata nel futuro, ma sempre legata alla sua terra, all’esuberanza della vegetazione.