Santa Maria del Carmine
La Sagra, ossia la Cerimonia di consacrazione della Chiesa alla quale Masaccio aveva assistito come spettatore nel 1422, quando lavorava alla Cappella Brancacci. Affresco perduto.
La Cappella Brancacci è situata all’interno di Santa Maria del Carmine a Firenze. Ogni volta che la si rivede lo stupore rimane lo stesso, perché qui avvenne uno dei cambiamenti, che portarono alla rivoluzione del Rinascimento.
Pur essendoci un certo equilibrio fra gli affreschi, appare subito netta la differenza fra l’opera di Masolino e quella del giovane Masaccio, i due pittori che furono chiamati per decorarla. Solo molti anni dopo, l’opera verrà terminata da Filippino Lippi.
Il tema della decorazione è imperniato sulla storia della salvezza dell’uomo, partendo dal peccato originale fino alla presenza di Pietro, che fondò la Chiesa romana ed era considerato il protettore della famiglia Brancacci.
Per capire la differenza fra i due pittori, che ne furono artefici, basta confrontare i due affreschi, di cui sono protagonisti Adamo ed Eva.
Nella Tentazione di Adamo ed Eva di Masolino, i due personaggi sono posti in posizione frontale, i movimenti delle braccia equilibrati, i volti quasi stupiti da quanto sta succedendo. Le foglie dell’albero, sullo sfondo, sono delineate in modo raffinato, come accadeva in tutte le opere del tardo gotico, il serpente, che si muove sinuosamente, ha una testa umana.
Di tutt’altro registro, sul lato opposto dell’arco, la cacciata dal Paradiso dei nostri progenitori di Masaccio. I corpi sono contorti, i gesti convulsi, Adamo si copre il viso per la vergogna, Eva si nasconde il seno e piange disperatamente. La luce che li colpisce conferisce ai corpi un’enorme plasticità, corpi e volti che sono diventati ormai umani e dolenti.
Non rimane più nulla della grazia, dell’attenzione per i particolari, nei vestiti sontuosi e nei copricapi, del pannello di Masolino, che illustra due miracoli.
Con Masaccio siamo già in un mondo diverso, dove la luce, che proviene da una fonte ben precisa, scolpisce ogni muscolo del corpo umano, come nel giovane inginocchiato, pronto a ricevere il battesimo da Pietro. Dove i volti sono ben caratterizzati, dove irrompe un’umanità non più idealizzata, ma molto spesso sofferente. E il senso della prospettiva e’ perfettamente raggiunto.
Masaccio morì molto giovane, ad appena ventisette anni, come suo padre. Ma il solco ormai era stato tracciato.