“La briscola in cinque” è un giallo, da leggere sotto l’ombrellone.
Si svolge a Pineta, un paese di fantasia nella zona di Livorno, anzi all’interno del Bar Lume. E’ qui che una banda di quattro pensionati si ritrova ogni giorno, incuranti del tempo che passa e che il luogo si stia trasformando in posto alla moda. Ancorati alle loro sedie, irriverenti impiccioni irresistibili, passano il tempo criticando, spettegolando, litigando, prendendo in considerazione ogni dettaglio, facendosi sfuggire ogni segreto.
Ed è in questo ambiente che scoppia la bomba, quando viene ritrovato in un cassonetto dell’immondizia il corpo di una giovanissima ragazza. Gli elementi che emergono, sesso droga e la condotta disinvolta della ragazza, portano all’arresto prima di un giovane che lei frequentava saltuariamente e poi a quello del buttafuori di una discoteca. Ma c’è qualcosa che non torna, sembra mancare un vero movente. E così le indagini sembrano seguire due binari: quelle ufficiali del Commissario Fusco, che si atteggia a tutti i grandi detective letterari della storia e non approda mai a nulla, e quelle dei vecchietti, capitanati svogliatamente da Massimo, il proprietario del locale. Naturalmente i quattro sono molto eccitati, ascoltano voci, fanno supposizioni, non perdono una riga degli articoli sul delitto, pubblicati dai giornali e letti ad alta voce.
Scritto in uno stile fresco e scorrevole, inserisce a tratti alcune frasi in toscano. Ma anche quelle che potrebbero apparire grevi, uscite dalle bocche degli invincibili quattro, diventano immancabilmente divertenti.
Questo è il primo libro di una serie scritta da Marco Malvaldi, diventata poi una serie televisiva di grande successo: I delitti del BarLume. Ma solo leggendo il libro, si potranno cogliere delle sfumature di irresistibile ironia.
Alla fine sarà Massimo a scoprire l’autore del delitto. Manco a dirlo, suggerito inconsapevolmente da un dettaglio rilevato da uno dei quattro pensionati, in quella ridda di parole, di discussioni, di pettegolezzi senza fine.