Maglietta a righe bianca e blu, pantaloni rigorosamente bianchi, mano destra sulla fronte, alzata in un saluto, i marinai ci accolgono sul bompresso della Star Clipper. Il veliero ci aspetta, nella sua eleganza d’altri tempi. Lunga 115 metri, con quattro alberi e quasi quattromila metri quadrati di vele, con le rifiniture in ottone lucidissimo, la coperta in tek. Partiamo da Phuket, nel mare delle Andamane, con questo veliero che rispecchia la bellezza degli antichi galeoni e solo i nomi delle nostre tappe hanno un fascino diverso, sconosciuto. All’interno, piccoli divani di velluto, tovaglie di lino, foto del passato, cabine della giusta grandezza.
Tutto è raffinato, elegante, di un lusso discreto. Siamo lontanissimi dalle enormi navi da crociera che conosciamo, lontani dalle loro suite, dalle grandi piscine, dalle quantità smisurate di cibo. In realtà l’aspetto di una vecchia nave si coniuga con la tecnologia più moderna e con i più innovativi sistemi di navigazione. Ma le vele vengono alzate, e non una sola volta per la gioia dei passeggeri. Tutte le sere, vengono issate alla stessa ora.
Partiamo per le isole Andamane, con la sabbia fine e bianchissima, il mare trasparente in tutte le sfumature del verde e dell’azzurro, in lontananza le foreste pluviali. Si rimane ore in acqua, riparata dalla barriera corallina, a fare snorkling, a nuotare fra branchi di pesci di ogni forma e colore. Non poteva mancare Phang-Nga, che raggiungiamo con piccole barche veloci, sotto un tunnel di mangrovie, per arrivare nella baia, dove una moltitudine di formazioni calcaree, alte più di trecento metri, sbucano all’improvviso dall’acqua, come dei pinnacoli. Fino a un’enorme roccia calcarea a strapiombo sul mare, dove venne girato un film di James Bond “L’uomo dalla pistola d’oro”. Fra insenature, anfratti e caverne. Non sorprende quindi che proprio qui avesse deciso di nascondersi il suo più agguerrito nemico.
E poi c’è la giungla. La giungla l’ho vista in tutti i modi possibili: su lunghe passerelle sospese in Australia, costeggiando in barca un braccio del Rio della Amazzoni in Perù. Ma questa escursione prevede di attraversarla a piedi. Tentenno, ma devo farlo. Sono l’unica donna, fra i miei amici, che ha deciso di partecipare. Non ho paura degli animali o dell’umidità, semplicemente ho paura di non arrivare alla fine, mettendo in difficoltà tutto il gruppo. Ma a piedi non l’ho mai esplorata e quindi non ci sono ragioni. In realtà il percorso e’ piuttosto facile e la guida spezza rami, arbusti, per farci sentire il profumo, per fornirci dettagli. L’unica cosa che ricordo con precisione e’ il mio aspetto: dopo pochi secondi, non sono madida di sudore, sono bagnata come se fossi sotto una doccia a getto continuo. Ma ce l’ho fatta e, tornati sulla nave, mi sdraio sulle reti attaccate alla prua, a sentire il rumore del mare, volo allargando le braccia sul bompresso, come su un’asse d’equilibrio. Siamo già a Malacca, in Malesia, con la sua atmosfera esotica e le sue architetture coloniali, olandesi e britanniche. Entriamo in una di queste splendide dimore, intatta, ferma nel tempo. Con portici, giardini, soppalchi in legno che si affacciano sulla grande sala d’ingresso, tavole perfettamente apparecchiate con ceramiche e argenti, soprammobili, lampadari imponenti, vasi, ori, smalti e lacche.
Ci attende l’ultima tappa: Singapore.
Il viaggio continua.
Per info: www.starclippers.com
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