Abbiamo deciso di fare una gita nelle colline del Chianti, alla scoperta di un fantastico castello e dei sapori del territorio. Le mura e i bastioni del Castello di Brolio sono ancora quelli costruiti dai Fiorentini nel quindicesimo secolo, anche se i primi documenti ne attestano l’esistenza già all’inizio dell’anno Mille. Mura imponenti, alte quattordici metri, che vanno a formare una struttura a pentagono, in grado di difendere il castello su tutti i lati.
Svettano su un poggio isolato, sulla dorsale del Chianti, a pochi chilometri da Siena, in solidi blocchi di pietra arenaria, nelle sfumature del grigio. Ma nel corso dei secoli, il Castello subì assalti, distruzioni, saccheggi e incendi. Dalle continue lotte fra Senesi e Fiorentini, per i quali rappresentava un avamposto di enorme importanza, agli attacchi dell’esercito di Ferdinando d’Aragona re di Napoli fino ai bombardamenti aerei, durante la seconda guerra mondiale.
Sono in particolare i colori a denunciarne le varie epoche storiche, come il cotto dei mattoni del palazzo padronale, tuttora abitato dalla famiglia Ricasoli, ricostruito in stile neogotico a metà dell’ottocento, seguendo la moda dei manieri inglesi.
Come sono di epoche diverse il giardino all’italiana, disegnato con siepi di bosso, e il bosco di altissimi abeti.
E’ da questo poggio che si può ammirare una delle più belle vedute del Chianti, dove le colline si inseguono, si intersecano, e sono i colori, il giallo, il verde il marrone, a delimitarle. Il silenzio è assoluto, irreale.
Fu Bettino Ricasoli, per ben due volte Primo Ministro del neonato Regno d’Italia, a dare grande impulso nella sua tenuta alla viticultura. Appena ventenne cominciò ad occuparsi della proprietà, fino a quando si ritirò dalla vita politica e mise a frutto i suoi studi scientifici. E fu proprio grazie ai suoi esperimenti che nacque il Chianti Classico, come lo conosciamo ancora oggi.
Come lo abbiamo conosciuto noi, andando a visitare l’enoteca vicina alle cantine e accompagnandolo con porzioni di pecorino, prosciutto toscano e finocchiona.