Se avete deciso di passare le vostre vacanze in Grecia, ritagliatevi un po’ di tempo per fare una sosta ad Atene per vedere un museo imperdibile, quello dell’Acropoli. Solo un museo così bello, complesso, articolato poteva contenere gran parte dell’arte greca, le radici della nostra cultura.
Il Museo dell’Acropoli, ideato da Bernard Tschum, è fatto di cemento, vetro, acciaio e…tantissima luce. Inaugurato nel 2009, contiene unicamente reperti rinvenuti sull’Acropoli di Atene.
Durante gli scavi di fondazione si trovarono i resti della città antica, che naturalmente non vennero demoliti e che in parte si possono ancora vedere, come attraverso grandi asole, sotto il suolo di cristallo.
Poi una grande rampa ci conduce al piano superiore, dove sono esposte sculture del periodo arcaico. Giovani donne e uomini, dee e personificazioni di fonti, cavalli e guerrieri, ai quali si può girare intorno, vedendoli da ogni lato.
Da qui una scala mobile, quasi imperiosamente, conduce al momento più alto, il punto d’arrivo, alle gallerie del Partenone, simbolo dell’apice della cultura greca, il periodo di Pericle che non fu mai più eguagliato.
Si tratta di un’enorme teca di cristallo, sfalsata di 23 gradi rispetto all’edificio principale, in modo da replicare l’orientamento del Partenone, in una sorta di corrispondenza.
E in effetti le sculture di Cecrope, il primo re mitico di Atene, e la figlia sono orientate esattamente nella stessa posizione, guardano nella stessa direzione di quando si trovavano su uno dei frontoni del Partenone.
Ma sono pochissime le statue di questi frontoni rimaste ad Atene. E qui naturalmente si ripropone l’eterna querelle fra la Grecia e la Gran Bretagna, da quando nell’800 Lord Elgin trasportò questi marmi via mare nella sua patria. Da una parte il permesso molto controverso che l’allora ambasciatore ottenne dall’Impero Ottomano che dominava la Grecia e i metodi con cui le statue vennero rimosse e tagliate, danneggiandole gravemente.
Dall’altra, il fatto che l’Acropoli era diventata terreno di battaglia, tanto che il Partenone fu colpito da una bomba delle truppe veneziane. Una diatriba infinita, soprattutto dopo la costruzione del museo dell’Acropoli.
Ma per il momento i capolavori di Fidia e dei suoi allievi si possono ammirare solo al British Museum di Londra. Anche una parte, ma solo una parte, del fregio che decorava la cella, dove si trovava la statua della dea Atena, è stata trafugata.
Nelle sale del Partenone del museo dell’Acropoli e’ stato costruito un enorme nucleo di cemento rettangolare delle stesse dimensioni di quello della cella del tempio. E proprio lungo le sue pareti corre il fregio, in parte originale, in parte ricostruito in gesso. Vi è ritratta la processione delle Grandi Panatenee, durante la quale veniva offerto un peplo alla dea Atena. Bellissima l’armonia fra uomini e divinità, il flusso continuo senza interruzioni della sfilata.
Il museo contiene anche le opere di periodi successivi e di altri templi costruiti sull’Acropoli.
Dal tempio di Atena Nike arriva il bassorilievo, dove la divinità della vittoria si allaccia un sandalo: il movimento è flessuoso, il peplo così leggero e aderente da sembrare quasi trasparente.
E dall’Eretteo giungono le famosissime Cariatidi, probabilmente della fanciulle che eseguivano una danza in onore di Artemide.
Adesso che è possibile vederle anche di spalle, si può notare la grazia, il gusto, la piacevolezza delle loro pettinature: apparentemente tutte uguali, delle grandi trecce, hanno ognuna dei particolari diversi. Una nota di femminilità.
( Museo dell’Acropoli – via Dionysiou Areopagitou 15 – Atene )