Siamo partite con il gruppo di amici, che frequentiamo di più, con quella che una volta si chiamava la comitiva. Destinazione Basciano, a qualche chilometro da Siena, nella serenità e lo splendore del Chianti. Questa volta siamo in tanti, si parte da Roma, Milano e anche da Lecce. Perché si tratta di un’occasione speciale: abbiamo deciso di festeggiarvi il Capodanno. In realtà è un’abitudine ormai consolidata quella di riunirci nella casa isolata nel verde di un nostro amico, che ci sopporta da anni. Quando la strada comincia ad essere costeggiata da fittissimi boschi di lecci, querce e castagni, dove gli intrecci si fanno più fitti, dove le colline si rincorrono, siamo arrivati a casa. Sì, perché si tratta proprio di una casa vera, forse più delle nostre. Dove si può rimanere in pigiama tutto il giorno, senza che a nessuno sfiori l’idea di fare un commento, dove l’orario dell’aperitivo può subire qualche anticipazione, con la piena approvazione del padrone di casa.
Chi si alza per primo prepara il caffè per tutti, della lavastoviglie si occupa sempre la stessa persona, così veloce che da tempo abbiamo rinunciato ad aiutarla. È singolare che, a distanza di moltissimi anni, dopo mille esperienze, mi ritrovi nella stessa situazione. Quando ero una ragazza, da poco arrivata a Roma, frequentavo un altro gruppo di amici, con cui ho mantenuto ottimi contatti, ma che le dinamiche della vita hanno un pò allontanato. Anche allora la comitiva ha festeggiato molti Capodanni in una villa sulle colline marchigiane, accudita dalla vecchia tata del padrone di casa, che ci rimpinzava di vincisgrassi e orecchiava i flirt nascenti. Allora si giocava a trivial pursuit, adesso e ossessivamente a burraco. Fra una gita nei paesi del Chianti e una degustazione di vino, ci prepariamo al Capodanno. Anche se in verità, non sarà una serata molto diversa dalle altre, piacevole come tutte le altre. Certo si sostituiscono le centinaia di foglietti appesi all’enorme lampadario del soggiorno con della carta dorata. La tavola è quella delle feste, con i servizi più belli e qualche manciata di monete di cioccolato sparsa sulla tovaglia. Passiamo molto tempo a raccogliere gli arbusti e le ultime infiorescenze che regala la stagione, per creare un fantastico centrotavola. I vini e la cena, fatta preparare dal nostro organizzatissimo ospite, sono sempre all’altezza dell’evento. E alle signore, eccetto le irriducibili del burraco, è concessa qualche ora, per cercare di distendere le rughe. Trucco e vestiti come si conviene, fermo restando che siamo pur sempre in campagna. E poi c’è quel filo di euforia diversa, appena sotteso, che accompagna la festa. Ma l’elemento essenziale é sempre lo stesso: creare, oggi come allora, un microcosmo caldo e senza regole.
