Ho sempre desiderato andare in Perù, tra i paesi più affascinanti del Sudamerica per la ricchezza dei siti archeologici delle varie civiltà che si sono succedute e per i suoi paesaggi unici al mondo.
Purtroppo, l’inizio del viaggio non è beneaugurante: arrivati a destinazione la mia valigia non c’è! Non riuscirò più ad averla perché ci spostiamo continuamente e la ritroverò a Lima alla fine del viaggio, prima di imbarcarmi per l’Italia.
E tutto ciò in un paese la cui estensione e la differente altitudine determinano una grande varietà di climi. Ripensandoci mi chiedo come ho fatto. Di sicuro ho imparato la lezione: oltre alla valigia, ho sempre con me uno zaino con le cose più indispensabili.
LA CAPITALE LIMA
Lima sorge sull’Oceano Pacifico. Visitiamo la Plaza de Armas, circondata dai bei palazzi dell’epoca coloniale con la sua maestosa Cattedrale del XVI secolo, in cui è sepolto il conquistatore spagnolo Francisco Pizarro. Siamo nel cuore del centro storico che è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
E poi il magnifico Monastero di San Francesco in stile barocco, con l’annesso Convento. La sera ci aspetta una cena squisita, perché Lima è famosa anche per la sua gastronomia.
LE ISOLE BALLESTAS
Il giorno dopo si parte in pullman lungo la leggendaria Panamericana, che percorre tutta la costa del Perù in direzione della Penisola di Paracas, dove visitiamo il Parco Nazionale in cui vive ed emigra una ricca fauna selvatica. E’ prevista un’escursione in barca alle Isole Ballestas, o “isole del guano”, considerate le Galapagos del Perù. Qui vivono le foche, i leoni marini, i cormorani e i pinguini di Humboldt. Lo spettacolo è unico, purtroppo anche l’odore.
LE CITTA’ DI NASCA E AREQUIPA
Prossima tappa la città di Nasca, famosa per le misteriose linee, che ancora oggi rappresentano il più grande enigma della storia archeologica del Perù. C’è la possibilità di vederle salendo su una torre di osservazione oppure prendere un piccolo aereo. Ho scelto la prima soluzione perché in entrambi i casi le linee sono poco visibili, e con l’aereo che fa curve in continuazione si può star male.
Ora ci aspetta un lungo viaggio lungo la Panamericana Sur per raggiungere Arequipa. In alcuni tratti la strada è talmente stretta, che si passa sfiorandosi con i camion che arrivano a velocità sostenuta nel senso inverso al nostro, che ci troviamo dal lato a strapiombo sull’oceano. Ecco perché, in alcuni momenti, all’interno del pullman non si sente volare una mosca. In compenso il panorama è spettacolare.
Arequipa è un’ importante città coloniale, detta anche dell’eterna primavera, posta a 2300 metri di altitudine, circondata da 3 vulcani. E’ la seconda città del Perù, anch’essa ricca di importanti testimonianze di architettura coloniale ispanica. I suoi edifici sono costruiti prevalentemente con una pietra vulcanica locale detta sillar, dal colore bianco da cui il soprannome la Ciudad Blanca.
Visitiamo la Plaza de Armas dove campeggia l’imponente Cattedrale, la più grande del Perù.
A piedi raggiungiamo il Monastero di Santa Catalina, che occupa un intero quartiere. Si tratta di un edificio del 1580 cinto da alte mura, colorate di rosso scuro. Consiglio la visita con la guida (c’è anche in italiano) che dura 1 ora e poi di continuare per conto proprio girovagando tra i suoi chiostri, le celle delle novizie, per perdersi tra le stradine in pietra piene di vasi di fiori. Considerate che il Monastero è aperto anche due sere alla settimana per visitarlo esclusivamente a lume di candela, come lo hanno vissuto per secoli le suore di clausura che lo abitavano. (Dal lunedì alla domenica: dalle 9:00 alle 17:00 – Martedì e mercoledì: aperto fino alle 20:00 (Santa Caterina by night) Durata 2 ore- Biglietti online)
IL VOLO DEL CONDOR ANDINO
Siamo al settimo giorno di viaggio, partenza per la valle del Rio Colca risalendo le Ande e attraversando un passaggio posto a 5000 metri. Siamo organizzati sia con le medicine per l’altura che con le maschere di ossigeno all’interno del pullman. Nel silenzio più totale attraversiamo il passo senza ricorrere ad alcunchè, felici di avercela fatta!
Raggiunta la destinazione ci aspetta una notte non molto confortevole: l’unico albergo non ha riscaldamento, dormo con una stufetta elettrica quasi inutile e con 8 coperte. Ci sono 4 gradi. Di primo mattino andiamo alla Cruz del Condor, il cui spettacolo ripaga di tutto il freddo patito, per osservare il Canyon del Colca tra i più profondi al mondo e, soprattutto, il volo del maestoso condor andino considerato sacro dagli Inca, che risale la gola del canyon sfruttando le correnti ascensionali d’aria calda.
IL LAGO TITICACA
Oggi direzione Puno, sulle rive del lago Titicaca, il lago posto alla maggiore altitudine del mondo (3800 metri). Ci troviamo al confine tra il Perù e la Bolivia. In barca a motore visitiamo le isole galleggianti di canne di totora, simili al bambù, usate per costruire le case e le barche. Proseguiamo verso l’isola di Taquile, per poi rientrare a Puno.
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Approfittatene e .. buon viaggio!
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Il viaggio continua al Machu Picchu.