Le mura possenti, gli speroni, le rientranze delle magnifiche Terme di Caracalla. Passeggiamo fra le rovine, immaginando la grandezza e le proporzioni delle terme che l’imperatore Caracalla inaugurò a Roma nel 216 dopo Cristo. Con la riapertura, troviamo all’ingresso un plastico del monumento e lungo il percorso dei pannelli in braille per le le persone con disabilità visive. Spogliate nei secoli delle statue e dei marmi che le abbellivano, gli imponenti resti nel loro colore caldo ci consentono di immaginarne la struttura imponente, la complessità di un’opera di alta ingegneria, che copriva undici ettari di terreno.
Questi bagni pubblici erano estremamente diffusi nell’antica Roma. La struttura centrale era costituita dal calidarium, provvisto di una grande vasca circolare, per immergersi nell’acqua calda. Da qui si proseguiva nel tepidarium, per raggiungere il frigidarium, dove erano presenti quattro vasche di acqua fredda. Nelle terme di Caracalla si trovava anche la natatio, una sorta di piscina all’aperto, dove l’acqua era freddissima.
Ma le terme di Caracalla erano costituite anche da altri ambienti: palestre, biblioteche, stanze adibite ai massaggi. Un luogo dove non solo ci si dedicava al rito del bagno, ma dove ci si incontrava, si socializzava, si portavano a termine affari.
Di tutto questo é ancora possibile vedere i bellissimi mosaici pavimentali, in forme geometriche curvilinee, in bianco e nero, o in giallo, verde e rosso.
E poi resti di mosaici, in cui dei putti conducono con le redini e frustano degli animali mitologici o ancora cavalli marini o potenti tori.
Sotto le terme, si estendeva un’area dove migliaia di schiavi lavoravano, si affaccendavano, bruciavano la legna necessaria, per riscaldare l’acqua delle piscine. Un vero e proprio mondo parallelo, dove é stato rinvenuto anche un mitreo, un luogo dedicato all’adorazione del dio Mitra, un culto di origine orientale.
E il pensiero corre alle tiepide sere d’estate, quando le rovine si trasformano in fantastiche scenografie per l’allestimento delle opere liriche del Teatro dell’Opera di Roma. E sembrano riprendere vita, investite dai fasci di luce.
(Si possono visitare tutti i giorni dalla 9.00 ad un’ora prima del tramonto, il lunedi dalla 9.00 alle 14.00.
Tel. 060608)