Il “Dio di illusioni” e’ Dioniso, che attraverso l’ebrezza del vino, ci porta in una realtà diversa, ci offusca la mente.
Il romanzo d’esordio di Donna Tartt, diventata poi famosissima con “Il cardellino“, si svolge in una piccola Università del Vermont, tra fiumi di alcool e droghe. Ed è qui che studia un ristrettissimo gruppo di ragazzi, soltanto cinque, sotto la guida carismatica del loro professore.
Parlano in greco, rifiutano la realtà’ ordinaria, per rifugiarsi nello splendore del passato classico, per cercare la bellezza assoluta. Annoiati, troppo ricchi, una notte compiranno il gesto estremo, esasperato, mettendo in scena un baccanale, che scaturirà in una tragedia. A cui, come conseguenza, ne seguirà un’altra ancora più terribile.
L’Io narrante e’ un giovane, di estrazione molto più modesta, che verrà ammesso in questa piccola cerchia e forse usato dagli altri, lusingato di far parte di quel mondo che non gli appartiene.
Mano a mano, mentre i giovani vivono nell’incubo di essere scoperti, emergeranno inganni, sotterfugi, amori incestuosi. E finalmente il senso della colpa, che ognuno risolverà in modo diverso.
Un libro dalla scrittura intensa, impegnativo, non solo per il numero di pagine, anche se ognuna sembra indispensabile, rivelatrice di un nuovo tassello.
L’unico forse a salvarsi e’ proprio Richard, il narratore, coinvolto per un periodo nelle follie dei suoi compagni, ma comunque diverso.