Ero alle prese, per l’ennesima volta, con il mio inglese, a dir poco zoppicante. E adesso, che avevo molto tempo a disposizione e nessuna scusa, dovevo migliorarlo. Ero stanca dei libri, delle grammatiche, degli insegnanti, dei corsi all’estero. Avevo quindi deciso di ricorrere all’insegnamento on-line. Fino a quando ho trovato il suggerimento giusto. Quasi in ogni città ci sono dei bar o dei pub, che dedicano una serata alla settimana all’apprendimento di una lingua, che gli avventori parlano fra loro. Sì, perchè una lingua bisogna parlarla, parlarla, parlarla. Ma è difficile trovare dove e con chi. E caso mai in modo rilassato e divertente.
Dopo una breve ricerca, ho scoperto che un pub accanto al palazzo dove avevo abitato fino a qualche anno prima, organizzava queste serate. Ho coinvolto Stefania e qualche amico e ci siamo presentati, uno armato di penna e quaderno. Appena siamo entrati, uno degli organizzatori ci ha fornito un badge, sul quale abbiamo scritto il nostro nome e la nostra nazionalità. Abbiamo mangiato qualcosa, abbiamo bevuto una birra e subito si sono avvicinate al nostro tavolo diverse persone. Tutte giovani, ma non giovanissime, tutte con un lavoro che gli richiedeva di migliorare una determinata lingua.
“Posso sedermi?” “Yes, of course”. La persona di madre-lingua inglese doveva rivolgersi a me in italiano, mentre io avrei dovuto rispondere nella sua lingua. Sarà stata l’informalità dell’ambiente, le luci soffuse, qualche birra più del normale, ma la conversazione era facile, fluente. Ci siamo raccontati di tutto, delle nostre professioni, dei nostri hobby, delle nostre passioni, coinvolgendo mano a mano tutte le persone del tavolo. Anche se nella foga della conversazione, ci aiutavamo con qualche parola della nostra lingua d’origine. Sì perché di foga si è trattato, senza interruzioni, senza apparenti difficoltà.
Non c’erano insegnanti, pronti a darci un voto, non c’era nessuno a guardarci con sufficienza. E in quell’atmosfera rilassante, abbiamo continuato per ore. Le settimane successive, gli amici che mi avevano accompagnato la prima volta avevano altri impegni o erano troppo stanchi, dopo una giornata di lavoro. Sono andata da sola. Il gioco era semplice. “Posso sedermi?” “Yes,of course.”
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